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La Sacra Cintola della Santissima Vergine.


La Vierge à la Ceinture - Benozzo Gozzoli - (1420-1497)

È ben nota la storia di San To m m a s o , uno dei Dodici Apostoli che, assente al momento dell’apparizione di Nostro Signore dopo la Resurrezione, non volle crederci nonostante la testimonianza dei suoi compagni. Solo otto giorni dopo, quando Gesù apparve loro nuovamente, Tommaso poté verificare la verità, mettendo le sue dita nella piaga del Salvatore. Lì, sì, ci ha creduto.


Passarono gli anni e Tommaso divenne uno degli Apostoli più intrepidi, portando il Vangelo fino ai confini della Persia e dell’India. Secondo la bella tradizione giunta fino a noi, egli si trovava in una di quelle regioni lontane quando ricevette un messaggio da San Pietro, affinché tornasse senza indugio a Gerusalemme, perché Maria, la Madre del Signore, li avrebbe lasciati e desiderava prendere commiato da tutti. Tommaso intraprese il suo lungo viaggio, ma giunse in ritardo. La Madre di Dio era già ascesa al cielo.


San Tommaso, ancora una volta guidato dallo scetticismo, si mostrò riluttante a credere nell’Assunzione della Santissima Vergine e chiese a San Pietro di aprire il sepolcro, per poter verificare con i propri occhi cosa fosse successo. Esaudita la sua richiesta, constatò che il tumulo era vuoto e che conteneva soltanto gigli e rose. In quel momento, alzando gli occhi al cielo, San Tommaso vide la Madonna nella Gloria che, sorridendo, slegò la cintura e la gettò nelle sue mani, come simbolo di materna benedizione e protezione.


La veracità della preziosa reliquia


Questa cintura è la reliquia che si venera nella Cattedrale di Prato. Fu portata da Gerusalemme nell’anno 1141 da Michele Dagomari, che si era recato in pellegrinaggio in Terra Santa. All’inizio, nessuno diede molta importanza a quella reliquia di non provata autenticità. Ma il 26 dicembre 1173, festa di Santo Stefano, patrono della città, la Provvidenza si avvalse di un fatto straordinario affinché tutti la riconoscessero come vera.


Quel giorno, com’era consuetudine, i malati furono benedetti con le reliquie che erano state poste sull’altare. In quell’occasione fu esposta anche la scatola contenente la cintura della Madonna. Una persona tormentata da uno spirito maligno, al toccare la scatola, gridò a voce alta e insistentemente: “È la cintura della Madonna!” E non appena la toccò, fu liberata dal suo male.


Da allora, iniziò il culto pubblico alla reliquia sacra. Lo stesso San Francesco d’Assisi, nel 1212, andò con i suoi primi frati a Prato a venerarla e Sant’Agostino decise la costituzione di una Confraternita della Sacra Cintura, ancor oggi esistente tra gli agostiniani.


La reliquia è esposta alla venerazione pubblica cinque volte l’anno: a Pasqua, il 1 maggio, il 15 agosto, l’8 dicembre e a Natale. In queste occasioni, è collocata nel pulpito esterno, a destra della Cattedrale, di fronte alla bellissima piazza medievale della città.


Se lei, o lettore, un giorno passasse per Prato, non dimentichi di entrare nella Cattedrale e di cercare sul lato sinistro la “Cappella della Sacra Cintura”, dove potrà venerare questa così straordinaria reliquia. Chieda alla Santissima Vergine le grazie di cui necessita e non manchi di ammirare i meravigliosi affreschi dove, oltre alla consegna della cintura a San Tommaso, sono raffigurati altri episodi della vita della Madonna.


Fonte: Giornalino Madonna di Fatima - dicembre 2018.

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