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San Giovanni Bosco e l’epidemia di colera del 1854.



Molto è stato elogiato San Giovanni Bosco – e quanto a ragione! – per l’eroica carità che lo portò a sacrificare la sua vita nella formazione dei giovani bisognosi, così come per il suo impegno per la salvezza delle anime, fine ultimo delle sue attività. Per molti altri titoli questo Santo merita la lode, ma egli brilla soprattutto per aver praticato una virtù che è il fondamento di tutte le altre: Don Bosco fu soprattutto un uomo di fede. Non di una fede inerte, ma attiva e operosa.


Una delle numerose ed eloquenti prove di questo avvenne durante l’epidemia di colera del 1854. In quel momento di emergenza, l’opera di San Giovanni Bosco adottò immediatamente le misure sanitarie adeguate per preservare i suoi giovani dal contagio. Ma non si limitò a questo. Prostrato ai piedi della Mediatrice di tutte le grazie, implorò: “Maria, Voi siete madre amorosa, e potente; deh! Preservatemi questi amati figli, qualora il Signore volesse una vittima tra noi, eccomi pronto a morire, quando e come a Lui piace”.


Un invito all’eroismo


Nella festa della Madonna delle Nevi, riunì tutti i giovani, diede loro una breve spiegazione e disse:


— Raccomando a ciascuno di voi di fare domani una buona Confessione e una Santa Comunione, affinché io possa offrirvi tutti a Maria, chiedendoLe che vi custodisca e protegga come suoi figli dilettissimi. Lo farete?


— Sì, sì! – risposero all’unisono.


— Se voi vi metterete tutti in grazia di Dio e non commetterete alcun peccato mortale, io vi assicuro che nessuno di voi sarà toccato dal colera –, aggiunse il Santo. Vedendo che l’epidemia si diffondeva sempre più e considerando la quantità di anime che si presentavano al Supremo Giudice senza il soccorso dei Sacramenti, Don Bosco prese una decisione che solo i Santi hanno il discernimento di assumere con convinzione e sicurezza: lanciarsi con i suoi figli nella penosa e arrischiata opera di assistenza a quegli sfortunati.


Li radunò, descrisse loro la situazione di abbandono in cui si trovava tanta gente colpita dalla malattia ed espresse il desiderio che lo accompagnassero in quest’opera di misericordia. Quattordici accettarono subito la proposta, pochi giorni dopo altri trenta seguirono lo stesso esempio. Prima di lanciarli nel campo di battaglia, Don Bosco diede loro insegnamenti opportuni e utili su come trattare gli infettati.


Don Bosco superava tutti in dedizione


Ben presto si sparse la voce che quei giovani erano eccellenti infermieri. Risultato: le richieste di soccorso piovevano da tutte le parti, anche dal governo municipale. Ma erano pochissimi operai per una immensa messe…


Don Bosco superava tutti in dedizione. Si preoccupava soprattutto di amministrare i Sacramenti.


Infatti, lui e i giovani dell’Oratorio avevano una sola preoccupazione: alleviare i corpi e salvare le anime. A loro stessi, avrebbe provveduto la Divina Provvidenza. Ella si prese davvero cura di loro, e molto bene! Per tre mesi essi provocarono e sfidarono l’epidemia. Durante questo tempo essa li circondò in ogni momento, ma una forza invisibile le impediva di colpirli: tutti attraversarono indenni la grande tempesta.


Cfr LEMOYNE, Giovanni Battista. Memorie biografiche di Don Bosco. Vol.V, pp.75-103.


Fonte: Giornalino Madonna di Fatima - giugno 2020.


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